La disinfezione, quanta confusione.
- 17/11/2014 17:20:07
- In: News
La pubblicità ci bombarda costantemente con la necessità di disinfettare le nostre case. Ascoltando radio e TV sembrerebbe che le abitazioni siano costantemente sotto assedio e noi in pericolo di vita. Sebbene questa sia una dura verità (noi viviamo costantemente a contatto con milioni di virus e batteri) non vuole dire che dobbiamo per forza vivere sotto una campana di vetro.
E' bena sapere che per la normativa italiana si possono fregiare del titolo di disinfettanti solo quei prodotti che hanno ricevuto una specifica autorizzazione dal Ministero della Sanità. Sulle confezioni di questi prodotti troviamo scritto
PRESIDIO MEDICO CHIRURGICO, REGISTRAZIONE MINISTERO SANITA’ N. XXXXX.
Se non è presente questa frase non è possibile utilizzare la dicitura disinfettante. A nulla servono nomignoli come igienizzante o sanificante che nulla hanno da spartire con la disinfezione. Un secchio d’acqua versato su una deiezione canina svolge un effetto sanificante in quanto, asportando parte dello sporco, migliora le caratteristiche igieniche, ciò non vuole dire che sopra ci possiamo apparecchiare la tavola.
La presenza batterica comunque è efficacemente contrastata dai nostri anticorpi che ci difendono dagli attacchi, a patto che:
- il numero di batteri non sia esageratamente elevato. Vivere in un ambiente sporco aumenta il rischio di contagio quindi è necessario mantenere una buona pulizia. Questo perché lo sporco è un ottimo cibo per germi e batteri quindi più sporco più cibo e maggiore carica batterica. Per contro una buona pulizia mantiene la carica batterica a livelli più che accettabili e non pericolosi.
- il nostro organismo sia in buona salute. Abbiamo detto che gli anticorpi ci difendono bene dagli attacchi esterni a patto che non siamo in quel momento debilitati. L’età poi è molto importante, bambini sotto i 3 anni ed anziani sono certamente più deboli e più facilmente vulnerabili.
Nelle nostre case, salvo casi particolari, è di solito sufficiente mantenere una pulizia adeguata senza bisogno di utilizzare disinfettanti chimici tra l’altro piuttosto inquinanti e non sempre del tutto innocui.
Evitiamo poi l’uso di candeggina assolutamente inutile per pulire, molto inquinante e con poteri disinfettanti non sempre certi.
Molti siti in rete consigliano disinfettanti naturali a base di olio essenziali, aceto, limone, acqua ossigenata, bicarbonato ecc.
Ripeto fino alla nausea che in casa salvo casi particolari non serve disinfettare, ma è sufficiente mantenere una buona pulizia. Comunque ammettiamo pure che sia necessario intervenire con un disinfettante, possono questi rimedi naturali metterci al sicuro?
A mio avviso no.
Prima di proseguire ricordiamo che nella disinfezione vengo uccisi almeno il 99% di germi e batteri nonchè qualsiasi forma di vita.
Per poter sterminare questi esseri viventi è necessario prima di tutto ridurli allo stremo delle forze togliendo loro il cibo quindi eliminando a fondo lo sporco, loro principale fonte di nutrimento.
Quindi sulla superficie pulita, risciacquata ed asciugata si utilizzano i disinfettanti.
La disinfezione è un’operazione importante che va eseguita con tecnica e capacità se si vogliono raggiungere buoni risultati.
Una disinfezione efficace è influenzata da:
- perfetta pulizia
- prodotto utilizzato
- dosaggio
- tempo di contatto
- temperatura
- pH
- risciacquo
Analizziamo ora i punti uno per uno.
PERFETTA PULIZIA
Utilizziamo un detergente appropriato e seconda del tipo di sporco che dobbiamo rimuovere. Ricordiamoci di risciacquare a fondo ed asciugare la superficie. Non possiamo disinfettare lo sporco dobbiamo prima eliminarlo a fondo.
PRODOTTO UTILIZZATO
Leggo in rete molte ricette di disinfettanti fatti in casa a base di aceto, olio essenziali, acqua ossigenata, ecc. A mio avviso possono andare bene tutti se voglio dare un “colpo” al water o al ripiano della cucina. Certo non mi fiderei a disinfettare veramente strumenti o superfici sensibili. Prendiamo ad esempio l’aceto indicato spesso come ottimo disinfettante. L’aceto in realtà non è in grado di uccidere veramente germi e batteri ma piuttosto ne impedisce la moltiplicazione. L’aceto infatti viene anche utilizzato come conservante proprio per questa sua caratteristica. Germi e batteri non vivono volentieri in ambienti acidi. Anche il nostro organismo usa il PH acido per difenderci. Il PH della pelle e delle mucose intime ad esempio è leggermente acido proprio per ostacolare la proliferazione batterica.
Esiste poi il problema legato l’assuefazione dei micro organismi ai disinfettanti con la conseguenza di creare ceppi batterici resistenti. Questo problema è ben noto in medicina con il moltiplicarsi dei super batteri resistenti agli antibiotici ma la stessa cosa succede anche nel campo delle pulizie. Negli ospedali ci sono tabelle specifiche per alternare gli interventi di disinfezione cambiando ogni 3 mesi il principio attivo utilizzato. Si è provato infatti che in tale periodo germi e batteri non sviluppano assuefazione ai prodotti usati. Utilizzare quindi per anni lo stesso prodotto disinfettante potrebbe causare seri problemi.
DOSAGGIO
Nei prodotti disinfettanti fatti in casa si dà generalmente poca importanza al dosaggio. Utilizzare un disinfettante che non è in grado di uccidere germi e batteri può nel tempo provocare assuefazione.
TEMPO DI CONTATTO
Nelle ricette fai da te non ho mai letto istruzioni sul tempo di contatto. Qualsiasi disinfettante (a parte alcuni rari esempi) non agisce immediatamente ma ha bisogno di tempo. Normalmente si parla di 10 minuti a temperatura ambiente (20/25 gradi).
TEMPERATURA
La temperatura può influenzare il tempo di contatto. Alzando la temperatura si può teoricamente abbassare il tempo di contatto. Attenzione però, non tutti i prodotti possono essere utilizzati a temperature elevate.
pH
Il pH è un punto dolente delle disinfezione. Molti prodotti disinfettanti specie se a base di sali d’ammonio quaternari agisco solo in uno stretto spicchio di pH che va da 6 a 8. É quindi necessario dopo l’utilizzo di un qualsiasi detergente risciacquare molto bene prima di passare alla fase di disinfezione. Addirittura in alcuni rari casi è anche necessario neutralizzare.
RISCIACQUO
Dopo avere disinfettato è necessario risciacquare oppure no? Prima di rispondere a questa domanda è doveroso porsi un’altra domanda. Dopo la disinfezione cosa succede? Con tale pratica abbiamo eliminato il 99% di tutti gli esseri viventi sulle superfici. Ma questi tentano ben presto di riprendersi il terreno perduto. Il ritorno dello sporco e quindi del cibo, naturalmente li aiutano nello scopo. Il disinfettante quindi oltre che ad una azione immediata espleta anche un effetto barriera contro la proliferazione batterica chiamato effetto batteriostatico. Questa caratteristica non mira all’uccisione dei micro organismi ma ne impedisce la riproduzione. Se risciacquiamo le superfici perdiamo questa importante peculiarità del disinfettante. Attenzione però, se l’oggetto del nostro intervento è una affettatrice, un frullatore un coltello o qualsiasi cosa vada a contatto con alimenti, è assolutamente necessario risciacquarlo prima dell’utilizzo (come impone anche la normativa).
Come avrete notato disinfettare è una tecnica piuttosto importante e complessa che deve essere posta in atto solo se assolutamente necessaria. In caso contrario è inutile, dispendiosa e inquinante. Ricordiamoci sempre che nella disinfezione uccidiamo degli esseri viventi e per fare ciò dobbiamo utilizzare dei “veleni”. Ma anche noi siamo esseri viventi e quei veleni possono nuocere anche a noi. I disinfettanti ambientali in commercio sono quasi tutti a base di sali d’ammonio quaternari (ALCHILDIMETILBENZILAMMONIO CLORURO) altamente tossici ed inquinanti.
Quindi meno ne usiamo e meglio è per tutti.
In casa poi, salvo casi particolari, del tutto inutili.
Ma se le vostra scrupolosa coscienza nonché maniacale voglia di disinfettare ogni cosa ve lo impone, usate pure aceto, limone e quant’altro ma evitate gli oli essenziali non proprio del tutto innocui.
Giovanni Cantello